CITAZIONE (Ledd @ 20/2/2008, 13:20)
170 euro confontando con la star sono il paradiso....volete negare anche questo? Poi chiaro se si ha la fortuna di disegnare su Tex e Dylan che sfornano ristampe come figli per i conigli è chiaro che ci guadagni sopra. C'è chi ha anche contratti del tipo "se vendo fino a un tot di copie niente bonus se si va oltre una percentuale ad albo va in tasca al disegnatore". E' talmente libera la scena italiana che non ci sarà un solo disegnatore o sceneggiatore con lo stesso contratto. Dipende chiaramente dall'esperienza, dal pubblico che compra l'albo solo per i suoi disegni (vedi Villa) ma ste cose le sapete meglio di me.
se 170 euro, rispetto alla Star, sono il paradiso, la Bonelli è più del paradiso, a livello economico, per un autore.
Non lo stavo negando nemmeno prima...
CITAZIONE (Ledd @ 20/2/2008, 13:20)
Ro-mario a sto punto spiega: tu dici che girano cifre da rosicare, altri continuano a dire che "fare" fumetti è solo sacrificio e per sbarcare il lunario è dura....com'è la storia?
Credevo ci fossi arrivato da solo: se uno lavora in Bonelli campa bene, o più che bene (gente come Villa o Brindisi non credo abbia problemi a pagare l'affitto). Se lavora in Star fa più fatica. Se lavora per case editrici più piccole, tipo quelle che pagano una percentuale dopo il pareggio, il fumetto diventa un hobby, e bisogna trovare un altro lavoro.
CITAZIONE (Ledd @ 20/2/2008, 13:20)
Sai cosa mi irrita un attimo? Che ci sia chi si offende per le mie opinioni. Ma se la penso così saranno cavoli miei no? (E non parlo di te ma di altri personaggi).
Io rispetto chi fa fumetti perchè amo a mia volta questo mondo pur facendone parte solo come appassionato (ma ricordatte mio cugino che sa tutto) ma non mi garba il continuo buonismo che gira quando alla fine è un mondo come molti altri con invidie, nemici, amici, buona volontà, onesti e disonesti.
le tue idee non mi offendono per nulla. Secondo me sbagli spesso il modo in cui le esponi, ma è un'opinione personale e, inoltre, ognuno ha il suo carattere...
Il mondo del fumetto è come tutti gli altri. Solo che, mediamente, è più interessante e c'è gente più simpatica. Opinione mia, ovviamente.
Come sai, per esempio, reputo Bonelli una persona più che squisita, oltre che un mio mito personale (il primo fumetto italiano che ho letto è stato Zagor).
CITAZIONE (ro-mario @ 19/2/2008, 13:54)
[
un dato di fatto: Bonelli è diventato miliardario grazie ai fumetti.
Io no.
Tu, credo, nemmeno...
[/QUOTE]
se contano solo i soldi puoi aver ragione....ma conta solo quello? Chi fa soldi ha ragione e gli altri son coglioni? No io non la penso così.
Bonelli ha avuto al fortuna di trovare anni in cui la gente leggeva tutto quel che trovava....se fosse nata da 2 anni la Bonelli fallirebbe a breve. Ma ormai è talmente potente che può permettersi di perdere qualcosa.
Non sono casi che Dylan o Tex (mostri sacri) hanno calato nettamente le copie vendute. Entrambi arrivavano anche a 800'000 copie mensili.....ora nemmeno la metà da quel che so.....utili li fa lo stesso ok....ma molti comprano solo perchè affezionati al personaggio e poi perchè "alla Bonelli tutto quel che esce è bello" ma son ragionamenti del vecchietto di 70 anni che legge solo Tex.
Nemrod non sarebbe mai uscito alla Bonelli. Mai e poi mai. Ma contradditemi fin che volete su questo.
Senza parlare della libertà del disegnatore.....devi sempre stare dentro gli schemetti antiquati della Bonelli....i bei quadratini tutti uguali.....guadagni bene ma espressione libera zero.
[[QUOTE]
secondo me, invece, la fortuna lo ha aiutato molto meno delle sue capacità, e di autore e di editore. L'Intrepido, tanto per fare l'esempio più evidente, è fallito parecchi anni fa. E vendeva più di Bonelli.
Bonelli è stato capace di dar vita, a ciclo più o meno costante, a personaggi che sono entrati nell'immaginario italiano: Tex negli anni '50, Zagor all'inizio dei '60, Il Comandante Mark, Ken Parker e Mister No nei '70, Martin Mystere e Dylan Dog negli '80 e mi fermo qui perché gli altri li conoscete tutti.
Quando uno ha fortuna azzecca una serie, non venti.
La libertà del disegnatore, ma di qualunque autore in generale, cala sempre nel momento in cui si trova ad affrontare personaggi, o serie, che vendono molto. Questo non ha impedito a Bonelli di far crescere autori come Sclavi, Mari, Dall'Agnol, Alessandrini, Andrea Venturi, Baggi, Majo, Palumbo, Cavazzano, Casertano, Ambrosini (devo andare avanti?). Tutta gente che non mi sembra lì a lamentarsi ogni tre minuti perché non ha avuto libertà creativa.
Dico la mia?
Secondo me, per un autore dovrebbe essere anche stimolante, mantenere un proprio stile ed un proprio modo di raccontare all'interno di schemi (che non sono rigidi come dici tu) chiusi come quelli bonelliani.
Poi, se non gli va, può comunque togliersi qualche soddisfazione in progetti autoprodotti o, come ha fatto Fabio, con case editrici come la Star...